Uva rara

L’Uva rara viene utilizzata in quantità limitata congiuntamente a Croatina, Barbera e Ughetta di Canneto nel vino L’Inaspettato e saltuariamente nel Nido della Tempesta e nel Buttafuoco Corno del Diavolo. Dall’annata 2017 è presente anche nel vino Ronc8tto.

Uva rara
Uva rara
Uva rara
Uva rara

Cenni storici

L’Uva rara è un vitigno radicato da molti secoli nelle province di Novara e Vercelli in Piemonte e nella provincia di Pavia in Lombardia. L’Uva Rara è il nome che in alcune zone si dava al vitigno Bonarda adattato ad aree geografiche specifiche da moltissimi anni, tanto da essere considerato un vitigno parente se non uguale. Questo si deve ad un’errata valutazione del 1877 ad opera di Di Rovasenda, che la confuse con la Bonarda di Gattinara. Stesso errore fu fatto nel 1906 da Molon. Oggi gli ampelografi sono tutti concordi nel ritenere i due vitigni separati e differenti.

Caratteristiche vegetative

Germogliamento medio-tardivo,  fioritura in media epoca, invaiatura medio tardiva, maturazione dell’uva in media epoca o medio tardiva. I sistemi di allevamento più efficaci sono gli espansi con allevamento a controspalliera. Il vitigno è molto vigoroso, addirittura troppo nel periodo che coinvolge la fioritura tanto da provocare un forte fenomeno di colatura. Il vitigno è sensibile all’oidio, mediamente alla peronospora, ma resiste bene a fenomeni di marciume e avversità climatiche come la grandine. Generalmente viene coltivato su vari tipi di terreni, con preferenza per quelli argillosi, su colline basse a circa 200-300 metri di quota.

Uva rara
Uva rara
Uva rara
Uva rara

Ampelografia

Germoglio con apice cotonoso, bianco con orli appena rosati. Foglioline apicali spiegate, bianco giallastre con lievi sfumature bronzate. Foglioline basali spiegate a margini revoluti, di colore giallo dorato, inferiormente cotonose. Tralcio erbaceo con tratto apicale curvo a pastorale. Foglia adulta grande, con lobo mediano spesso allungato, quinquelobata, spesso epta o enalobate le foglie basali, con seni grandi e profondi; seno peziolare chiuso, con base a U+V e forma a lira. Grappolo a maturità di dimensione variabile ma generalmente di media grandezza, conico, spesso troncato, molto spargolo; peduncolo di media lunghezza, di colore verde chiaro giallastro, talora sfumato di rosso come il rachide. Acino medio grande, sferoidale, con buccia mediamente pruinosa blu; sapore particolare, gradevole al palato.